Bologna dall'alto
Bologna,  Racconti Felici,  Viaggi

La mia Bologna

Per me Bologna significa essere esattamente nel luogo a cui si sente di appartenere ed è una cosa meravigliosa.

È come svegliarsi in uno spazio interiore fatto di calma e di serenità che ci fa sentire perfettamente a casa.

Sperimento ogni volta emozioni differenti quando passeggio per il centro… Il mio centro dell’universo, dove ho tutto e non ho bisogno di nulla…

Dove non ho voglia di carezze perché sto bene con me, dove ho solo certezze, dove non mi sono mai sentita giudicata, dove sono sempre nel posto giusto, dove sono circondata solo da gente bella e bella davvero, questo è il mio mondo dove gelosie, invidie e graffi sui vetri non esistono… dove i sorrisi sono sempre sinceri, gli abbracci sono sempre pieni di senso.

Bologna è il mio luogo magico in cui mi sento protetta e sicura, in cui ogni cosa è familiare e mi trasmette un senso di pace interiore difficile da trovare altrove.

È ritrovare me stessa quando mi perdo, è fermarmi a ricaricare le pile per poi ripartire con maggiore entusiasmo. Bologna è il vento che cambia ogni mezz’ora.

Qui ognuno è libero di essere felice a modo suo, sotto i portici sei libero di piangere, di ridere, di dipingere, sei libero di ballare, di fregartene se qualcosa va male…

Bologna è bizzarra, lo era tanti anni fa e continua ad esserlo a modo suo.

Bologna è la città con cui ti arrabbi come faresti con una sorella maggiore. È la città che ti domandi sempre: è cambiata davvero o son cambiata io?

La mia Bologna Amarcord

Qui sono arrivata nel 2004 e avevo 19 anni…

Mi ero innamorata molto prima di Bologna, non gliel’ho mai confessato ma fu grazie (o per colpa) di mio padre, che persi la testa per questa città. Come andava fiero delle ditte Bolognesi con cui lavorava da anni! Galeotto fu mio padre, dunque… ma non glielo diciamo!

La Majani era una delle aziende prestigiose con cui lavorava. Ditemi voi come fare a non innamorarsi di un’azienda con una storia come la Majani che si riflette sulla bellezza della città stessa?

Ogni volta che passo da Via Indipendenza, davanti alla splendida palazzina progettata dall’architetto Augusto Sezanne, penso che i tempi son davvero cambiati (in questo caso in peggio, forse, visto che adesso qui “giace” un negozio H&M). Pensate che, negli anni Cinquanta, il Palazzo Majani era il ritrovo prediletto dagli artisti di tutto il mondo, del calibro di Totò, Wanda Osiris, Renato Rascel e Macario con le Bluebell.

Ma quella era un’altra Bologna… Io ero la ragazzina che nel 2004 si perdeva in corse infinite sotto la luna dopo aver suonato i campanelli di tutta via De’ Fusari per poi ritrovarmi a cantare a squarciagola distesa sul crescentone di Piazza Maggiore.

Ero quella che un salto in Piazza Santo Stefano era d’obbligo, talmente tanto colma di gente a tutte le ore del giorno e della notte che si faceva fatica a camminare. Ognuno col suo gruppetto di amici conosciuti cinque minuti prima magari, seduti sui sanpietrini scomodi della Piazza con i bonghi, le chitarre, i violini.

Ogni tanto ti arrivava in testa una pallina del giocoliere di turno o il pallone di quelli che credevano di stare al Dall’Ara. E poi c’erano gli scrittori, i poeti, lo studente del Dams che voleva diventare regista, i pittori…

Ci trovavi di tutto… Ci trovavi l’amore.

Il Pratello, era la via dei grandi, la più bella di Bologna. Ci trovavi i beoni, gli intellettuali, il kebab da Babilonia alle 6.00 del mattino, la musica al Macondo, la birra dagli amici Sardi al De Marchi in Piazza San Francesco, le urla della Contessa Melania, la libertà… ci conoscevamo tutti noi del Pratello, i “veterani” in una piccola Bologna tutta nostra…

La via dei grandi è poi diventata anche “dietro il mercato delle erbe” e Sara da Saravino, nuovo punto di riferimento!

Le 5.00 al Circolo Margot o giocando ai giochi di società all’Osteria dello Scorpione.

Le giornate di studio a Scienze Politiche in Strada Maggiore, gli esami andati bene, gli esami andati male.
Aperitivo in Via Zamboni, birretta in Piazza Verdi con la testa di Gennarino sulle ginocchia, il panino col prosciutto del Pachi che se avevi soldi ci mettevi anche la mozzarella.

E c’era il concerto di Vasco che bloccava una città intera, se ti andava bene lo incontravi al Makia in via Emilia Levante poco dopo l’Old Bridge.

C’era Lucio Dalla in Piazza de’Celestini, Guccini in Cirenaica e da Vito… Samuele Bersani, Cesare Cremonini in Osteria, Luca Carboni alla Traviata.

Kaos One al Livello 57, reggae al Tpo, il Link.
Le Matricole, la Scuderia, lo sgabello, gli sfattoni, la facoltà di lettere occupata, “bici fumo bici”… E poi la Street Parade e l’alba al Parco Nord, la Partot, le grigliate a Monte Donato…
Imbucarsi alle feste, gli imbucati alle mie feste…

Bologna è la sensazione che QUI sia tutto perfetto.

BOLOGNA


Mi raccomando, se passate per Bologna non soffermatevi solo in centro. Nella prima periferia della città ci sono dei luoghi magici, tutti da scoprire.

In questo post blog ve ne suggerisco uno che davvero in pochissimi conoscono

Bologna Insolita: il Borgo dei Gessaroli

Per fare un tuffo nel passato, invece, iscrivetevi a questo gruppo su FacebooK o a questo!