Racconti Felici

Il paesino dei miei nonni: un Posto piccolo piccolo che profuma di begonie

Non so se provavate le mie stesse emozioni, ma quando io arrivavo nel paesino dei miei nonni era sempre una gran festa. Ci tuffavamo dall’auto ancora in movimento e iniziavamo a correre come dei pazzi in quei vicoletti stretti e irti.


Nonna ci sentiva arrivare da un km di distanza, la nostra foga faceva tremare la terra.
In quel paesino arroccato su di una montagna ho sempre respirato la libertà più limpida e pura.
In quei vicoli eravamo tutti protetti, una grande famiglia allargata.

Immagine di due nonni
Fonte: Web


Se incontravi qualcuno che non ti conosceva la prima domanda che ti veniva posta era: “e tu, a chi sì figl’?”e quando dicevo: sono la figlia di Giovanni Pizzi, la nipote di Maria Giuseppa, tutti sgranavano gli occhi e mi abbracciavano come se fossi la loro bambina.


Nel paesello dei miei nonni si respirava quella libertà che non tutti sono in grado di comprendere…
Nel paesello dei miei nonni, tutti erano i benvenuti nelle case di zii, amici e conoscenti, praticamente sempre…
Te ne accorgevi dal fatto che le porte delle case erano sempre aperte e se erano chiuse era usanza lasciare le chiavi davanti la porta, tanto nessun male intenzionato sarebbe mai entrato.
Ti potevi fidare di tutti davvero…


Nel paesino dei miei nonni era tutto così sereno, lento, era tutto così profumato, colorato, allegro e divertente.
In strada ci si fermava a salutare anche i gatti, si entrava e usciva da ricordi singolari, i bambini andavano avanti e indietro come razzi.


Cos’era, allora, la Privacy?
Quasi non esisteva quello spazio sociale, relazionale, culturale e fisico riconosciuto all’individuo per poter controllare selettivamente l’accesso al sé, se non nei momenti più intimi riservati alle ore notturne.


Le case, nel paesino dei miei nonni, erano sempre piene di sedie tant’è che da piccola avevo la convinzione che qualcuno le fabbricasse in cantina!
Potevamo essere in 5 come in 25, le sedie non mancavano mai!


Nel paese dei miei nonni nulla era mai banale, tutti erano in grado di tessere una tela e costruire una trama di relazioni quasi perfette.

Il paese dei miei nonni era così, come il paese dei tuoi nonni forse…
probabilmente una dimensione astratta a cui ho da sempre attribuito dei significati profondi, una dimensione che accomuna i nostri ricordi più che essere un’area territorialmente tracciata.

begonie rosa e bianche. Photo by monikasmigielska on Pixabay.com
Photo by monikasmigielska on Pixabay.com


Sta di fatto che, ogni volta che chiudo i miei occhi, sento ancora il profumo delle begonie sul terrazzino della casa dei miei nonni, il profumo di sugo sulla porta della casa dei miei nonni, il profumo degli abbracci dei nonni.
Sento l’eco di un sorriso e di un ricordo intrappolato nel tempo.
E ogni volta che riapro gli occhi la nostalgia mi assale e mi domando, puntualmente:
perché tutto mi attraversa così velocemente?